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Lorenzo Baronti, un logistico in maglia viola

newsPubblicato: 5/8/2025

Un logistico un po’ jolly e un po’ "Wolf". Detto così è difficile tratteggiare un profilo, poi però gli dai un nome e un cognome, Lorenzo Baronti, ed eccolo in tutta la sua versatilità. Segni particolari: tifosissimo della Fiorentina.

 

Come suo padre?

Babbo è interista, però sì, la passione per il calcio arriva da lui. La Fiorentina è una fede, con il ‘Gruppo Quinto’ della curva Fiesole cerco di seguirla sia in casa che in trasferta, anche all’estero. Per quest’anno speriamo bene, speriamo di vincere una coppa, noi ci si accontenta di poco. 

Se vince si lavora meglio il lunedì, se perde qualche cliente sfotte e coi tifosi come me si piange insieme.

 

A proposito di clienti, quanti ne conta nei suoi giri logistici?

Sono entrato nel Cdrt a gennaio 2020 e ho fatto subito l’affiancamento con due colleghi bravissimi, i migliori: Roberto e Leonardo, Roberto mi ha insegnato la gita di Prato che era destinata a me. Poi mi è stato proposto di diventare jolly e ho imparato dieci gite, un centinaio di clienti ciascuna. Più che fisico lo sforzo era mentale. Devi avere l’indole: imparare nomi, luoghi, abitudini del cliente. Io sono abbastanza un fulmine, essere jolly ha i suoi lati positivi. 

E oggi?
Da quando siamo confluiti nell’unica sede di Calenzano, che vuol dire 20 furgoni in contemporanea, aiuto i colleghi, se ci sono colli ingombranti do una mano a caricare. È questo che fa il ‘Wolf’, una sorta di facilitatore dello scambio (il nome è stato mutuato dal personaggio Mr Wolf "il risolutore di problemi" del film Pulp Fiction), un’attività di 45 minuti in cui tutti sanno che cosa fare ma dove bisogna mettere in conto la variabile traffico e fattori personali. Se si collabora è meglio.

In più abbiamo individuato alcuni clienti, carrozzerie soprattutto, che ordinano più ricambi e con un volume maggiore, e le seguo io. Sono sette gite, una di quelle nuove è Siena-Arezzo andata ritorno, 500 chilometri lungo la tratta di Link. Ecco perché sono una figura mista, faccio quello di cui c’è bisogno e siamo tutti contenti. 

 

Ha solo 33 anni, se non lavorasse per il Cdrt che cosa le piacerebbe fare?

Sicuramente un lavoro come questo mi piace: un po’ in gruppo, durante lo scambio appunto, e tanto da solo. Uso la testa ma non sto dietro a una scrivania, lavoro che ho provato e non mi è garbato molto. 
Per otto anni ho gestito una sala gioco a Firenze, poi mi sono stancato di essere sempre impegnato di notte e nei giorni festivi. Cercavo un lavoro con ritmi più umani. Con il Cdrt il lavoro è cambiato dal giorno alla notte, anzi, letteralmente dalla notte al giorno. Sto bene dove sono. Il consorzio mi ha dato stabilità, ho appena comprato casa.

 

Quando guida ascolta musica?
Non nella prima metà della gita: sono più concentrato, ripasso l’agenda che ho in testa, penso al cliente successivo… Da dopo pranzo, quando buona parte del materiale è stato consegnato, metto la mia musica, musica punk. 

 

I clienti come la accolgono? 

Io saluto e sorrido, anche quando la Fiorentina ha perso e anche ai clienti ‘musoni’. Sanno che la maglia arancione vuol dire ricambi originali in consegna. Per un carrozziere o un meccanico, il pezzo ordinato che arriva sempre a quell’ora è un servizio d’oro. Cascasse il mondo arriva. È una gran certezza. 

 

Chi è il miglior giocatore della Fiorentina?
Il mio numero uno era il portiere Pietro Terracciano, purtroppo è passato al Milan, oggi direi Robin Gosens.

 

 

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