
Bagnoli e Dara (Carrozzeria Orme), “il nostro lavoro parla per noi”
Classe 1969, Autocarrozzeria Orme a Empoli (Fi) evolve in linea con i cambiamenti del mercato. L’occasione per riparlarne, a quasi dieci anni dalla chiacchierata con Alberto Bagnoli, è la partecipazione al viaggio Cdrt di un altro socio, Massimo Dara. Sarà lui a chiudere l’intervista con le sue impressioni sul ‘Marocco e il fascino delle città imperiali’, ma prima facciamo il punto sulle ‘Orme’ di oggi.
Siete sempre in Via Pratella?
Sempre, nella sede storica di 700 metri quadrati oltre al piazzale. Ai fondatori, Mancini e Parri, eravamo subentrati io, Alioscia Sostegni, Massimo Dara e Walter Lupi. Ora Walter è andato in pensione e i tre operai, oltre all’amministrativa, sono diventati due ma si sono aggiunti due apprendisti.
Com’è il giro di lavoro?
Contiamo una decina di ingressi a settimana, dall’utilitaria in su, dalla smart all’ammiraglia. Anche qualche autocarro. E siamo ancora nel circuito Renault-Dacia, marchi di cui siamo stati autorizzati sin dalla fine del secolo scorso. Uno e l’altro incidono, complessivamente, per un 30 per cento.
Auto elettriche? Full electric ancora non se ne vedono, ripariamo l’ibrido e ci siamo attrezzati con una colonnina per la ricarica dai tempi di Mobilize Charge Pass.
Siete rimasti carrozzeria pura?
Abbiamo potenziato la meccanica. Se fino a qualche anno fa era limitata al sinistro, ora il cliente viene in Orme anche per il tagliando. Gomme e revisioni sono servizi che forniamo in appoggio, mentre sul fronte Adas cinque anni fa abbiamo investito nel sistema per la ricalibrazione.
Delle compagnie assicurative diceva: “Non abbiamo bisogno di stare al loro braccio benevolo ma mortale”. È ancora dello stesso avviso?
Continuiamo a non avere convenzioni, siamo riparatori indipendenti, cerchiamo di ‘far parlare’ i nostri lavori, poi sono gli stessi clienti che si passano la parola. L’ho spiegato più di una volta anche ai liquidatori: per un intervento fatto bene e nel rispetto dei tanti, troppi, adempimenti, non possiamo scendere sotto un certo costo orario.
Nel lavoro fatto bene rientra la decisione di montare ricambi originali?
Assolutamente. Non ricordo nemmeno come siamo diventati clienti del Cdrt, ma so che siamo stati tra i primi. Anche se le concessionarie sono tutte abbastanza vicine, o addirittura molto vicine, mi era sembrata una cosa valida che con il servizio del consorzio si potessero avere in un’unica consegna giornaliera tutti i ricambi.
Ricambi che ordina in che modo?
Uso ARiA e funziona, mando la richiesta di preventivo o faccio direttamente l’ordine. Non posso pensare che il magazziniere sia lì ad aspettare che lo chiami, magari ha gente al banco, però se telefono e ho bisogno di spiegazioni (a volte non sai il ricambio come viene fornito e se comprende altri pezzi) trovo sempre disponibilità. Il supporto, anche tecnico, non manca mai, ci conosciamo da tempo e il rapporto è buono con tutti.
Sui saluti si inserisce Massimo Dara, da poco rientrato dal viaggio Cdrt in Marocco.
Ve lo siete giocato ai dadi?
Sono partito io, insieme a mia moglie Barbara, perché ero l’unico con il passaporto pronto. È stata un’occasione per staccare qualche giorno e fare una buona vacanza.
Le è piaciuto?
Molto, in particolare la parte interna del Marocco, quella più rurale. Invece, mi hanno deluso un po’ le città, Casablanca e Marrakesch.
Bello che il viaggio fosse itinerante e fossimo sempre tutti insieme, abbiamo fatto gruppo nonostante tanti di noi non si conoscessero. Ho trovato persone davvero disponibili.
È stato il mio primo viaggio con il Cdrt e le dirò che sono tentato di partecipare, anche pagando, al prossimo in Thailandia.