
Il vicepresidente Roberto Mannini: “I viaggi del Cdrt sono motivazionali”
Dazi sì, dazi no, un tema troppo ‘ballerino’ perché possa diventare argomento di discussione, tanto più in un contesto vacanziero. Come spiega Roberto Mannini, il vicepresidente del Cdrt che ha accompagnato gli affiliati del consorzio sia in Kenya che in Marocco, “di ufficiale in questo momento c’è tutto e niente, la questione è percepita più come una esibizione di muscoli di Trump. Con gli autoriparatori in viaggio si è parlato d’altro”.
Per esempio?
Della difficoltà di reperire personale, un problema molto sentito tanto nelle officine quanto nelle carrozzerie (e nelle concessionarie, naturalmente). In termini di investimenti, è preferibile assumere un tecnico esperto che, a conti fatti, costerà meno di un giovane alle prime armi perché, appunto, è già formato, ma il problema vero è che è difficile trovare gli uni e gli altri.
Con Giovanni (Leone, presidente del consorzio, nda) e gli altri consiglieri stiamo studiando iniziative mirate come Cdrt: persone competenti ed esperienza non mancano.
A 25 anni dalla nascita il Cdrt come sta?
È ben strutturato, ben monitorato e ben guidato. I risultati parlano: l’anno scorso abbiamo chiuso con un fatturato record di circa 70 milioni di euro, e anche il 2025 è partito in forma, non si registrano flessioni. Procediamo con la solita cautela ma senza preoccupazioni. Il gruppo dirigente è molto unito, i contatti sono frequenti, le decisioni migliorative.
Nel Cda in programma dopo Pasqua metteremo all’ordine del giorno anche il 25esimo del consorzio. L’ultimo evento risale ai suoi primi 18 anni…
Nemmeno l’elettrico, con tutto quello che comporta, la preoccupa?
Preoccupa ma possiamo fare poco. Le multe, anche se congelate per tre anni, ai costruttori che si rivelassero inadempienti, i tempi lunghi con cui le auto arrivano sul mercato, l’usato che è salito di prezzo, sono fattori su cui come Cdrt non possiamo incidere.
La verità è che si sta spingendo tanto sull’elettrico ma non siamo ancora pronti. Questo non vuol dire che non ci si debba muovere già oggi: fanno bene gli autoriparatori che investono nelle attrezzature e che si formano (il Pes-Pav per operare sull’elettrico è obbligatorio). Meglio prepararsi che adeguarsi, con il rischio di subire un rialzo dei prezzi. I nostri clienti, e parlo in generale, sono determinati e motivati, tanto più se hanno i figli in azienda che quindi assicureranno un futuro all’attività.
Alcuni di questi clienti erano in Kenya, in Marocco e nei viaggi che li hanno preceduti. Chi partecipa?
Clienti che versano la loro quota perché hanno piacere di unirsi e altri che sono invitati direttamente dal Cdrt. Ci piace definirli viaggi motivazionali, più che viaggi premio, dal momento che partecipano autoriparatori e carrozzieri che sono buoni clienti, fidelizzati, e altri che hanno il potenziale per diventarlo.
La spinta del viaggio non si esaurisce con il ritorno a casa, ci si vede, si esce a mangiare insieme, si cerca di tenere unito il gruppo.
A titolo personale, che cosa mi dice del Kenya e del Marocco?
Due prime volte insieme a mia moglie Luciana. Del Kenya resta indimenticabile il safari, e anche l’albergo vicino a una pozza d’acqua che attirava elefanti e non solo; te li ritrovavi sotto le camere.
Il Marocco è stato un viaggio itinerante, più stancante ma anche il modo migliore per vedere Casablanca e Marrakesh nella stessa settimana.
Sono stato bene come siamo stati bene tutti: in gruppo, giocosi, io sono Roberto non il vicepresidente del consorzio. Di solito mi presento già sul pullman raccontando una barzelletta.
Siamo pronti per il prossimo viaggio: Thailandia.