
Luca Cicali (Carrozzeria Braschi), “Il viaggio CDRT è un plus”
“Il Kenya? Organizzato secondo gli standard del consorzio”. Avverbio sottinteso: benissimo. Del resto, non è la prima volta che Carrozzeria Braschi di Bagno a Ripoli (Fi) stacca il biglietto per un viaggio del Consorzio. “Compreremmo comunque ricambi originali”, precisa Luca Cicali, socio titolare insieme al fratello Daniele, “ma quando ci è arrivato l’invito ci ha fatto piacere. Per noi è un plus”. Siamo andati a trovarlo in Via di Vacciano.
È partito con sua moglie?
Sì, mia moglie Nicoletta. Era un nostro sogno, il Kenya, il viaggio del Cdrt è capitato nel momento giusto. Siamo andati molto volentieri, con il consorzio si è sempre fatto viaggi importanti.
La cosa più bella? Il safari, è lo specchio del Paese, e bellissima la compagnia, facce nuove e facce che ci si conosce anche per rapporti extralavorativi.
L’originale è di casa in Carrozzeria Braschi…
Potendo, noi si monta sempre l’originale. Un 80 per cento e più è originale, il pezzo torna bene senza fare magheggi. È vero che il cliente guarda il prezzo, se però perdo due ore per mettere un ricambio di concorrenza in linea e poi non avere un lavoro che soddisfa non ha senso. La faccia è la nostra quando si manda via la macchina, ci pensiamo prima di fare figuracce... Poi ci sono casi: l’auto vecchia, i ricambi che non si trovano prima di un mese, il cliente che vuole spendere meno...
Essere autorizzati Ford aiuta, ma quella di lavorare con materiale che non fa perdere tempo è una scelta e vale per tutti i marchi. Il cliente si affida, chiede consigli, noi diamo opinioni.
Capita che qualcuno si presenti con il ricambio acquistato in autonomia?
Succede ma è occasionale. Se c’è da montare uno specchietto a un cliente che conosco, lo strappo alla regola lo faccio (in fondo, oggi si va su Amazon come un tempo si andava dal demolitore). Ma se portano il parafango o altri lamierati… se li montano da soli.
Che clienti siete per il Cdrt?
Affiliati dal 2003, siamo stati fautori di questo sistema. Si lavora tanto con il consorzio, a febbraio abbiamo acquistato per 51mila euro. Prima, approvvigionarsi voleva dire andare a prendere i ricambi di persona. È stata Autosas, concessionaria Ford di cui eravamo clienti anche se non ancora carrozzeria autorizzata, a parlarci del consorzio e da allora siamo sempre stati dentro.
Funziona tutto bene. Abbiamo un promoter, Luca Pratelli, che al di là del rapporto di amicizia si fa in quattro. Se c’è un problema c’è lui. Anche i ragazzi che consegnano sono scrupolosi, sanno fare il loro lavoro e, mi creda, è un lavoro stressante.
A proposito, quanto si lavora in Via di Vacciano?
Contiamo una quindicina di ingressi a settimana, un 30 per cento canalizzato da compagnie assicurative e società di noleggio. Il grosso è comunque clientela privata.
Siamo autorizzati Ford dal 2008 - ci è stato proposto, è un bel marchio, piaceva sia a me sia a mio fratello e il rapporto costi benefici è ancora valido - ma ripariamo quello che circola, senza discriminare chi ha un'auto vecchia. Il concessionario di riferimento fa tanto, con Autosas lavoriamo bene, e lavorando bene con il concessionario si lavora bene con il marchio. Autosas non ha una carrozzeria interna, noi ci occupiamo del ripristino dell’usato e dei sinistri.
Siamo attrezzati anche per riparare l’elettrico, ma vediamo di più l’ibrido, a Firenze l’elettrico non ha attecchito.
In un mondo che tende al multiservizio Braschi è rimasta carrozzeria?
Siamo nella stessa sede, 550 metri quadrati coperti e 400 di piazzale, la dimensione giusta per il giro di lavoro di carrozzeria (che vuol dire anche vetri). Per fare altro servirebbe personale, in quel caso andrei su meccanica e gomme. È inutile che monti le gomme se non posso dare un servizio completo, se non posso fare assetti e convergenze, se non posso fornire la garanzia. Abbiamo dei gommai di fiducia, ci rivolgiamo a loro, e così per gli interventi di meccanica.
Meccanica a parte, state cercando personale?
Ora siamo io e mio fratello con tre dipendenti e stiamo cercando un verniciatore e un battitore, su Firenze non ci sono proprio, è un grosso problema. Ci hanno provato con il CFP, il centro di formazione professionale, mi sembra non ci sia più e comunque dalla scuola difficilmente usciva chi aveva voglia di fare il carrozziere.
Quando possiamo ricorriamo alle partite iva, ma a parte l’aspetto economico, oggi ci sono e domani no. Non c’è ricambio generazionale e la ricetta segreta non ce l’ha nessuno.
Anche da noi si allungano i tempi e si allunga la lista d’attesa. Noi lavoriamo di più, ma non è che con qualche ora extra tamponi il lavoro che farebbero due dipendenti.
Il fondatore, papà Dino dov’è?
Papà farà gli 80 anni a maggio e viene ancora a dare una mano, ma solo al mattino. Il pomeriggio fa il nonno.