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Valbisenzio abbiamo una storia da raccontare

newsPubblicato: 7/5/2024

Leonardo Marchiseppe, “con Carrozzeria“Per imparare un mestiere ci vuole tanto tempo, per far andare bene un’azienda ce ne vuole ancora di più”. Sagge parole quelle di Leonardo Marchiseppe, dettate dall’esperienza diretta nella carrozzeria fondata dal padre Sergio alla fine degli anni 60, ‘Carrozzeria Valbisenzio & C’ di Vernio (Po), della cui ragione sociale “io rappresento la C”.

 

Il senso dell’umorismo non le manca…
Babbo ha 75 anni e mi piace fargli credere che comanda ancora lui. Fa l’artigiano da sempre ed è un grande battitore, un mestiere in via di estinzione. Quando questo mondo ha cambiato rotta e siamo passati dall’essere artigiani a imprenditori di aziende artigiane, babbo si è stancato e mi ha detto “pensaci tu”: io mi occupo dell’amministrazione, seguo i clienti, tratto con i fornitori, e lui si diverte a lavorare. E pensare che al mio ingresso qui, con il diploma di ragioniere e nessuna intenzione di continuare a studiare, in famiglia scommettevano su quanto sarei durato; mia madre, professoressa, contava sul fatto che mi sarei stancato e avrei deciso di andare all’università.

 

E invece eccola in ‘Valbisenzio’, titolare con anche dei dipendenti.
L’apoteosi tre anni fa, quando sono diventato presidente dell’Associazione carrozzieri della provincia di Prato. Per imparare un mestiere ci vuole tanto tempo, per far andare bene un’azienda ce ne vuole ancora di più.

Comunque, a proposito di dipendenti, è quasi impossibile fare ricerca del personale, soprattutto per chi lavora in valle, lontano dal centro città. Oggi servirebbe più un jolly che una figura finita come il battitore, un’utopia, o il verniciatore. A meno di specializzarsi sul restauro d’epoca, certi profili prima o poi si perderanno. Dal 2 maggio avrò uno stagista, un’assoluta prima volta.

Lavoriamo in un capannone di 400 metri quadrati coperti e disponiamo di un'altra struttura adibita a stoccaggio e di due piazzali. Per entrare nella Valbisenzio, nove chilometri dal confine con Bologna e una ventina da Prato, si passa da noi. La nostra è una clientela di due province.

 

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Per una ‘carrozzeria di vallata’ come sono le prospettive?
Molto buone, anche durante la pandemia non abbiamo corso il rischio di chiudere, abbiamo giusto fatto un po’ di cassa integrazione per mancanza di circolante.

Nel 2020 e 2021 in qualcuno è prevalsa la paura, e quello che potevano non fare non l’hanno fatto. Il momento è passato. Il 2022 è stata un’annata buona, il 2023 più che buona, e in questo 2024 i risultati sono persino migliori dei pari mesi del 2023.

 

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Merito anche dell’offerta di servizi? 
Io sono un po’ sul chi va là circa l’appaltare tanti lavori: forse funziona dal punto di vista finanziario, ma non sono sicuro che da quello tecnico si riesca a garantire un certo standard. Nel capannone accanto al nostro ci sono tre fratelli che hanno un’officina meccanica: si collabora, non ci si fa concorrenza, anzi, ci si passa i clienti sicuri. È vero che il cliente non è detto sia per sempre, ma sono 55 anni che siamo aperti e arrivano anche i figli dei clienti di papà. 

Abbiamo una storia da raccontare. Siamo carrozzeria, mi piace vendere la mia azienda come azienda attenta all’innovazione ma fedele alla tradizione. Più di me lo possono raccontare i nostri fornitori: di vernici, collanti, apparecchiature per lo spot repair… proviamo a stare al passo con i tempi non dimenticando da dove veniamo noi e da dove viene la macchina.

 

Che macchine? Che cosa entra in Via Gualtieri? 

Siamo stati autorizzati Fiat, finché nella prima metà degli anni duemila ho deciso di sganciarmi. Sono uomo di numeri, ho fatto un recap dell’andamento degli ultimi dieci anni e ho visto che non ne valeva più la pena. Abbiamo lasciato scadere il contratto. 
Il lavoro non ci manca, ripariamo quattro-cinque auto a settimana cercando di migliorare i nostri standard con un costo orario adeguato al servizio. Il parco è un misto: macchine nuove e vecchiotte, da provincia, il cui valore però sta aumentando a beneficio anche della riparazione. Se prima la macchina valeva 2.000 euro e ora ne vale 3.500, abbiamo più soldi per ripararla. E il fatturato aumenta. 

L’elettrico? Dopo anni di scetticismo a un certo momento mi sono detto: prima o poi arriverà e dobbiamo attrezzarci, dobbiamo farci trovare pronti. In realtà questo cambiamento non sta avvenendo, qualche Casa sta addirittura facendo un passo indietro.

 

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Convenzioni ne ha? 
Nessuna con le compagnie di noleggio, e mi auguro di non averle mai, mentre tra le compagnie assicurative ho scelto Generali, che in zona ha un’importante agenzia che canalizza. Mi è piaciuta perché è cara, come noi. In valle siamo attenzionati come “quelli cari”. Va bene così. 

 

Con queste premesse, ricambi originali o niente? 

Sulle auto nuove non si transige, ci vuole l’originale: sensori di parcheggio, centraline, il ricambio originale è sempre più importante. Con le auto più datate qualche volta bisogna spostarsi sull’aftermarket di qualità o sull’usato.  
Il mio babbo non chiedeva quanto costasse un ricambio e quanto margine di sconto avesse. Io credo invece che chi fa gli ordini debba poter dialogare con i fornitori e debba pianificare. Per esempio: la scontistica aumenta se non chiedi l’urgenza. Con un piano di lavoro aggiornato agisci di conseguenza.   

Da cliente del Cdrt, che cosa apprezza del servizio? 
Per noi, anche per la nostra posizione geografica, avere una consegna quotidiana, fosse solo per una lampadina, è un grande servizio. Noi per fortuna non ordiniamo solo la lampadina, ma se capita che ti serve l’adesivo non ti devi preoccupare perché sai che alle tre del pomeriggio il furgone del Cdrt arriva. 
E poi apprezzo Francesco (Petrocelli, promoter di riferimento, nda), non voglio essere ruffiano, ma sul mio ingresso e sulla mia permanenza nel Cdrt Francesco ha influito tanto: la sua disponibilità, la sua pacatezza, la sua capacità di tirare fuori soluzioni alternative quando con certe concessionarie la relazione non decollava… Sono nate anche collaborazioni interessanti.  

 

Con i magazzinieri come si relaziona?  
Per telefono, ho bisogno del contatto. Già che non ci si vede, almeno sentiamoci: ho bisogno di ‘brontolargli’: sugli sconti, sulle tempistiche, sui ricambi che non si trovano…  

In realtà, anche considerando che le macchine sono più complicate, devo dire che ci sono magazzinieri e tecnici molto preparati e disponibili, soprattutto i giovani sono più bravi, più capaci, l’anagrafica conta. Pochi giorni fa ho avuto un problema serio, non ne venivo a capo, un meccanico di una officina autorizzata mi ha risolto il problema, velocemente e con onestà. 

 

Sono le stesse qualità per cui il cliente sceglie Carrozzeria Valbisenzio?

Siamo affidabili. Credo che l’affidabilità conti più del prezzo. Vale per l’idraulico, per l’elettricista… se ti sei affidato a un professionista, il ‘quanto hai speso’ diventa un parametro marginale.

 

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